Mi è stato detto che analizzo troppo le mie emozioni. Vero. Lo faccio perché so che sono illusorie, fuorvianti, vane e non edificanti.
Viaggiano ad una velocità diversa dal pensiero logico ma anche
dall’istinto e dall’intuizione. Arrivano prima, ci confondono e poi,
incapaci di risolvere l’impasse che hanno creato, ci riconsegnano a
razionalità, intuizione e istinto, chiedendo loro di agire/reagire e
sbrigare la faccenda. Ma la faccenda non é più la stessa: le emozioni
hanno aggiunto uno strato di irrazionalità, un misto di congetture,
giudizi, identificazioni, aspettative, proiezioni, attaccamenti.
Intrappolati in questa gabbia di elementi fasulli, istinto, intelletto e
intuito non riescono a seguire il proprio corso. Tutto viene fuorviato,
appesantito, complicato, drammatizzato, spesso abbruttito.
Per motivi di diversa velocità di espressione fra emozione e
pensiero/istinto/intuizione cadiamo vittima di tranelli emozionali
insensati ed inutili. Le emozioni fanno finta di proteggerci,
anticipando il ragionamento, ma sono incapaci di farlo in quanto
radicate nel dubbio e nella menzogna.
Perché le emozioni arrivano
prima? Perché ci assalgono mentre stiamo per formare un pensiero
critico? Perché le emozioni sono il passato che ci insegue e vuole
tenerci uguali a sempre, impedendoci di progredire. Sono il passato che
repentinamente si riversa sul presente, inquinandolo, togliendo
freschezza e immediatezza, proiettando immagini distorte di noi stessi e
degli altri. Sono attaccamenti ad una falsa visione del mondo, ad
aspettative nemmeno create da noi ma credute collettivamente. Le
emozioni portano vecchi esempi in nuove situazioni. Scaturiscono dalle
nostre insicurezze, paure, egoismi, chiusure mentali, blocchi
sentimentali, condizionamenti sociali, debolezze, problemi non
affrontati o non risolti. Si formano servendosi di questi elementi ed in
essi trovano una falsa conferma di autenticità. Per esempio, se
proviamo gelosia per qualcuno l’emozione ci farà trovare prova della sua
fondatezza nel comportamento della persona di cui siamo gelosi. Quella
persona fallirà di venire incontro alle nostre aspettative, non seguirà i
nostri canoni di correttezza. Ma quei canoni ed aspettative sono frutto
delle nostre debolezze, miserie, paure, condizionamenti, incertezze e
non sono più reali o provanti delle emozioni stesse. Crediamo così
ciecamente alle nostre emozioni - soprattutto quelle negative - da non
renderci conto di quanto limitino la nostra capacità critica ed
evolutiva.
No comments:
Post a Comment