Tuesday, 11 December 2012
Mi è venuto un pensiero vagamente bergonzoniano
Il successo è uno strascico del passato - è già successo. Ma cosa è successo? Non si sa, però qualcosa dev’esser successo. E se non fosse successo? Cosa sarebbe? Non tutto quello che non è successo deve esser fallimento. Non è successo e basta. Forse non è successo niente...
Monday, 10 December 2012
Velocità diverse
Mi è stato detto che analizzo troppo le mie emozioni. Vero. Lo faccio perché so che sono illusorie, fuorvianti, vane e non edificanti.
Viaggiano ad una velocità diversa dal pensiero logico ma anche dall’istinto e dall’intuizione. Arrivano prima, ci confondono e poi, incapaci di risolvere l’impasse che hanno creato, ci riconsegnano a razionalità, intuizione e istinto, chiedendo loro di agire/reagire e sbrigare la faccenda. Ma la faccenda non é più la stessa: le emozioni hanno aggiunto uno strato di irrazionalità, un misto di congetture, giudizi, identificazioni, aspettative, proiezioni, attaccamenti. Intrappolati in questa gabbia di elementi fasulli, istinto, intelletto e intuito non riescono a seguire il proprio corso. Tutto viene fuorviato, appesantito, complicato, drammatizzato, spesso abbruttito.
Per motivi di diversa velocità di espressione fra emozione e pensiero/istinto/intuizione cadiamo vittima di tranelli emozionali insensati ed inutili. Le emozioni fanno finta di proteggerci, anticipando il ragionamento, ma sono incapaci di farlo in quanto radicate nel dubbio e nella menzogna. Perché le emozioni arrivano prima? Perché ci assalgono mentre stiamo per formare un pensiero critico? Perché le emozioni sono il passato che ci insegue e vuole tenerci uguali a sempre, impedendoci di progredire. Sono il passato che repentinamente si riversa sul presente, inquinandolo, togliendo freschezza e immediatezza, proiettando immagini distorte di noi stessi e degli altri. Sono attaccamenti ad una falsa visione del mondo, ad aspettative nemmeno create da noi ma credute collettivamente. Le emozioni portano vecchi esempi in nuove situazioni. Scaturiscono dalle nostre insicurezze, paure, egoismi, chiusure mentali, blocchi sentimentali, condizionamenti sociali, debolezze, problemi non affrontati o non risolti. Si formano servendosi di questi elementi ed in essi trovano una falsa conferma di autenticità. Per esempio, se proviamo gelosia per qualcuno l’emozione ci farà trovare prova della sua fondatezza nel comportamento della persona di cui siamo gelosi. Quella persona fallirà di venire incontro alle nostre aspettative, non seguirà i nostri canoni di correttezza. Ma quei canoni ed aspettative sono frutto delle nostre debolezze, miserie, paure, condizionamenti, incertezze e non sono più reali o provanti delle emozioni stesse. Crediamo così ciecamente alle nostre emozioni - soprattutto quelle negative - da non renderci conto di quanto limitino la nostra capacità critica ed evolutiva.
Viaggiano ad una velocità diversa dal pensiero logico ma anche dall’istinto e dall’intuizione. Arrivano prima, ci confondono e poi, incapaci di risolvere l’impasse che hanno creato, ci riconsegnano a razionalità, intuizione e istinto, chiedendo loro di agire/reagire e sbrigare la faccenda. Ma la faccenda non é più la stessa: le emozioni hanno aggiunto uno strato di irrazionalità, un misto di congetture, giudizi, identificazioni, aspettative, proiezioni, attaccamenti. Intrappolati in questa gabbia di elementi fasulli, istinto, intelletto e intuito non riescono a seguire il proprio corso. Tutto viene fuorviato, appesantito, complicato, drammatizzato, spesso abbruttito.
Per motivi di diversa velocità di espressione fra emozione e pensiero/istinto/intuizione cadiamo vittima di tranelli emozionali insensati ed inutili. Le emozioni fanno finta di proteggerci, anticipando il ragionamento, ma sono incapaci di farlo in quanto radicate nel dubbio e nella menzogna. Perché le emozioni arrivano prima? Perché ci assalgono mentre stiamo per formare un pensiero critico? Perché le emozioni sono il passato che ci insegue e vuole tenerci uguali a sempre, impedendoci di progredire. Sono il passato che repentinamente si riversa sul presente, inquinandolo, togliendo freschezza e immediatezza, proiettando immagini distorte di noi stessi e degli altri. Sono attaccamenti ad una falsa visione del mondo, ad aspettative nemmeno create da noi ma credute collettivamente. Le emozioni portano vecchi esempi in nuove situazioni. Scaturiscono dalle nostre insicurezze, paure, egoismi, chiusure mentali, blocchi sentimentali, condizionamenti sociali, debolezze, problemi non affrontati o non risolti. Si formano servendosi di questi elementi ed in essi trovano una falsa conferma di autenticità. Per esempio, se proviamo gelosia per qualcuno l’emozione ci farà trovare prova della sua fondatezza nel comportamento della persona di cui siamo gelosi. Quella persona fallirà di venire incontro alle nostre aspettative, non seguirà i nostri canoni di correttezza. Ma quei canoni ed aspettative sono frutto delle nostre debolezze, miserie, paure, condizionamenti, incertezze e non sono più reali o provanti delle emozioni stesse. Crediamo così ciecamente alle nostre emozioni - soprattutto quelle negative - da non renderci conto di quanto limitino la nostra capacità critica ed evolutiva.
Subscribe to:
Posts (Atom)